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La storia di Marantz – Parte 2

By 21 Aprile 2018Febbraio 7th, 2019No Comments

Nel 1961 la reputazione di Marantz stava crescendo di pari passo alla domanda dei prodotti. Un ingegnere con una grande esperienza in radio frequenza di nome Richard Sequerra fu arruolato con il preciso obiettivo di costruire il miglior sintonizzatore per l’epoca.
Ci sono voluti investimenti ingenti, 4 anni di ricerca e sviluppo e l’aiuto di personale tecnico specializzato come Mitchell Cotter per raggiungere l’obiettivo, e anche se Sequerra merita crediti per quanto riguarda il design non è stato l’unico a contribuire alla realizzazione del progetto “Richard l’ha progettato, ma Sid l’ha fatto funzionare”, disse Saul Marantz.
Il risultato di un ottimo lavoro di squadra fu il Model 10, che non debuttò fino al 1964, una delle caratteristiche più innovative di questo prodotto e del Model 10B che seguì di lì a poco fu l’oscilloscopio presente sul pannello frontale che raffigurava la forza del segnale ma consentiva una più accurata sintonizzazione sulla frequenza di trasmissione.
Sebbene fosse un prodotto eccellente, dopo la realizzazione dei primi 100 esemplari, venne sostituito dalla sua versione migliorativa il Model 10B perché fu riscontrato un problema a livello di saldatura degli induttori del sintonizzatore IF che durante questo processo venivano fortemente magnetizzati.

La realizzazione di questo tuner costò molto impegno in termini di tempo e denaro, l’apparecchio era costoso da realizzare e la sua vendita non consentiva di realizzare profitti vantaggiosi per l’azienda che si trovò per la prima volta ad avere problemi finanziari.
La situazione per Saul era insostenibile e iniziò a pensare all’opportunità di vendere l’azienda.
A manifestare interesse fu Joseph Tushinsky, capo della Superscope, Inc e membro del consiglio di amministrazione della Institute of High Fidelity. A dispetto del nome, questa agenzia avrebbe dovuto fornire attrezzature per gli studi di Hollywood: proiettori, telecamere… ma il business era stato avviato tardi. Nonostante questo intoppo Tushinsky aveva avviato con Superscope un florido accordo di distribuzione per i registratori a nastro marchiati Sony dal Giappone agli Stati Uniti.
Pur apprezzando la qualità dei componenti Marantz esistenti, vide un’immensa opportunità nell’acquisire il marchio di Marantz e di dotarlo di componenti più convenienti realizzati in Giappone da una società con cui Superscope aveva già una relazione: Standard Radio.

La vendita fu completata alla fine del 1964 e presagiva un significativo cambio di passo per Marantz. Con un investimento da 3 milioni di dollari Superscope stava passando dall’essere un semplice distributore, quindi vulnerabile ai cambi di idea della Sony, all’essere un produttore vero e proprio con un controllo diretto sul proprio futuro.

L’azienda si trasferì dalla modesta sede di New York ad un nuovo avveniristico quartier generale nel Sun Valley in California passando dai circa 400mq ai 3.000mq, l’investimento di denaro consentì anche l’assunzione di nuovo personale, che passò dai 60 ai 150 dipendenti.

Grazie agli studi di ricerca e sviluppo e dalla rapida ascesa della tecnologia a transistor la società ebbe una grande crescita, nacquero il nuovo preamplificatore Model 7T e il Model 15, amplificatore di potenza, ma il prodotto più importante per questo periodo di transizione fu il ricevitore Model 18, design di Soul Marantz, circuiti audio di Sid Smith e sintonizzatori di Sequerra.

Il Model 18 è stato l’ultimo prodotto a beneficiare del contributo diretto di Saul Marantz, alla fine del periodo di transizione era desiderio della Superscope di intervenire sull’appeal del marchio e c’erano molte differenze di vedute tra la vecchia proprietà e i nuovi arrivati.
A Saul Marantz fu offerto il ruolo di presidente emerito, ma nell’autunno del 1967 si dimise definitivamente dall’azienda che portava il suo nome, il suo ultimo incarico fu di formare un nuovo team di sviluppo che avrebbe portato avanti il brand, tutti gli ingegneri della vecchia guardia come Sidney Smith e Richard Sequerra se ne andarono con lui.

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