Continua il nostro appuntamento dedicato a quanti vorrebbero avvicinarsi al mondo dell’Hi-Fi. In questo articolo parleremo dell’oggetto più desiderato al momento: il giradischi. Siete davvero sicuri di conoscerlo a fondo?
Il primo fonografo fu inventato nel 1877 da un certo Mr. Edison (più conosciuto per la lampadina). L’antenato del giradischi usava come supporto un cilindro che veniva poi letto attraverso un movimento verticale dello stilo di lettura. Ovviamente non suonava esattamente alla grande e anche la disponibilità di “cilindri” per l’ascolto era molto ridotta.
Considerate che fino a poco prima l’ascolto musicale era esclusivamente legato all’esecuzione dal vivo e l’introduzione delle prime tecniche di registrazione e riproduzione fu una vera e propria rivoluzione.
La musica riprodotta cambierà in modo radicale il rapporto tra artista/registrazione/esecuzione e ascoltatore… ma questa è un’altra storia. Torniamo al fonografo.
Undici anni dopo, nel 1888, arriva il primo fonografo a disco, più facile da far girare ma sempre molto scarso nella qualità di riproduzione.
A questo punto la macchina del tempo ci porta tra varie evoluzioni e tentativi al 1925, anno in cui venne standardizzato il formato che tutti conosciamo come 78 giri. Come dice il nome il disco girava nel giradischi (nel frattempo avevano iniziato a chiamarlo così) circa 78 volte al minuto. Continuiamo a essere molto lontani dall’Alta Fedeltà e le registrazioni resteranno ancora per parecchi anni monofoniche.
Edison con il suo primo fonografo (1878)
Altro salto temporale per arrivare agli anni ’50, in quegli anni si inizia a registrare con apparecchiature a corrente elettrica, fino ad allora erano stati utilizzati registratori completamente meccanici.
Più o meno in quel periodo – è il 1948 – nasce il mitico 45 giri. Più piccolo e leggero del 78 è il formato che negli anni ’50 e ’60 ha portato la musica leggera nelle case di tutti, su un 45 giri si potevano registrare due tracce. Una sul lato A (di solito era la hit del momento) e una sul lato B, la durata della canzone però era limitata a poco più di 3 minuti (è questo limite a stabilire a partire da quegli anni lo standard di durata del pezzo pop!).
Nasce poco dopo il Long Playing, meglio conosciuto come LP, il vinile a “lunga riproduzione”.
Finalmente in un solo disco poteva stare una quantità maggiore di musica, in questo modo oltre alla canzone pop si iniziano ad incidere su questo supporto anche registrazioni di musica classica. Ora le ferree regole temporali imposte dai 3 minuti per lato che avevano avuto tanta influenza sul pop non esistono più e la musica pop si apre finalmente alla psichedelica tentazione di giocare con il suono. Con il disco LP arriva anche la stereofonia e si può dare finalmente inizio all’Alta Fedeltà!
Audrey Hepburn nel suo appartamento, Manhattan, NY, June 30, 1954
Il giradischi oggi
Il giradischi “moderno” è la sorgente che più di ogni altra ha assistito e contribuito alla nascita dell’alta fedeltà accompagnandola nei suoi vari step dagli anni ’70 ai giorni nostri.
Cosa rende un giradischi un “buon giradischi”?
Gli aspetti da prendere in considerazione sono diversi. Il primo ovviamente è legato al risultato finale: la qualità del suono.
Questa dipende dalla capacità del giradischi e delle sue componenti (telaio, braccio e testina) di leggere nel modo più preciso possibile le informazioni che sono “impresse” nei solchi del disco in vinile.
Il primo requisito di un buon giradischi sta dunque nella qualità dei materiali e nelle caratteristiche meccaniche, prima fra tutte la rotazione del piatto. Per creare una rotazione serve un motore che gira, nel nostro caso serve un motore elettrico che sappia girare nel modo più preciso possibile. I giradischi “tradizionali” utilizzano come trasmissione cinghie in silicone o in gomma. In alternativa alla trasmissione a cinghia alcune aziende iniziarono però a produrre giradischi a trazione diretta, collegando direttamente il motore al piatto di rotazione (niente cinghia dunque). Questa soluzione finì per essere apprezzata molto dai DJ in discoteca e in radio per la capacità di questi giradischi di partire quasi istantaneamente alla giusta velocità e di avere dei controlli per accelerare e rallentare la rotazione del piatto, e molto meno dagli audiofili.
I giradischi più apprezzati nell’alta fedeltà dunque sono sempre stati quelli a trazione a cinghia. Due le scuole di costruzione del telaio: la prima quella che usa il telaio rigido e riduce le vibrazioni del motore con particolari accorgimenti di fissaggio del motore stesso al telaio (nei modelli più sofisticati il motore è fisicamente separato dal telaio e l’unica cosa che unisce il motore al piatto è una sottile cinghia che trasmette il movimento). Il vantaggio del giradischi a telaio rigido è quello che una volta regolato e correttamente posizionato il suo funzionamento rimane stabile nel tempo.
Per la costruzione del telaio rigido sono utilizzati diversi materiali, principalmente composti del legno ad alta densità o particolari materiali plastici che hanno ottime caratteristiche soniche e permettono anche di realizzare giradischi con forme e colori veramente innovativi.
La seconda scuola di costruzione è quella che usa un telaio flottante, questo è composto da un telaio di base che si appoggia al ripiano e su cui è posizionato il giradischi e un secondo telaio inserito nel primo telaio e sospeso – normalmente – con delle molle di acciaio. Questa soluzione di fatto “sospende” la parte di appoggio da quella parte del telaio alla quale è fissato il braccio di lettura. Il limite di questo sistema è sempre stato l’instabilità nel tempo delle regolazioni delle molle che sospendono la parte flottante ma questa particolare caratteristica ha animato per anni la passione dei fan di questi giradischi che periodicamente si dedicano alla messa a punto dei loro “piatti” sostituendo le molle e regolando nuovamente tutta la parte del giradischi che “oscilla”.
Di conseguenza il materiale con cui è costruito il piatto che gira varia a seconda dalle caratteristiche del giradischi (trasmissione a cinghia o diretta, telaio rigido o flottante) possiamo trovare giradischi con piatti pesanti in acciaio, o leggeri in alluminio, trasparenti in cristallo o materiale plastico, oppure di colore nero in legno laccato, e… l’elenco porebbe continuare ancora per un pezzo ma in fondo la vera magia la fa quello che gira sul piatto… il vinile! Il prodotto Hi Fi non è un fine ma un mezzo in grado di regalarci tutta l’emozione della musica che ascoltiamo, e i vinili di emozione ne regalano sempre tanta…
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