Descrizione
Il Naim NAP 250, è diventato un amplificatore leggendario in pochi
anni ed è stato il miglior finale di potenza stereo di Naim per un quarto
di secolo. La maggior parte delle riviste hi-fi britanniche ancora lo
adorano e lo raccomandano ancora e ancora, quasi ad esclusione di
molti altri amplificatori.
Dal modo in cui viene descritto il suono si può pensare di essere di
fronte ad un amplificatore da 1.000 watt e certamente non solo di 125
watt su 4 ohm e circa 70 watt su un carico di 8 ohm. In effetti,
possiede più vita e personalità di molti amplificatori significativamente
più potenti (sulla carta).
La macchina come spesso si definiscono questi apparecchi è anche
indifferente ai tradizionali test di distorsione armonica o alla potenza in
uscita con un carico statico. In effetti il NAP 250 è alimentato da un
enorme trasformatore di alimentazione toroidale da 450 VA costruito
specificamente secondo le specifiche Naim da Holden & Fisher. Due
avvolgimenti e due condensatori da 22.000 uf alimentano due schede
di regolazione fornendo un notevole margine dinamico in modo che
l’amplificatore possa esprimersi a fondo in modo rapido quando il
segnale musicale lo richiede. Naim non a caso ha anche insistito
sull’uso dei connettori DIN; Naim ha anche utilizzato prese per
diffusori da incasso a “banana” fin dall’inizio, escludendo connettori a
forcella e filo nudo.
Molti audiofili sono sono convinti che il senso di velocità, ritmo e
tempo di questo amplificatore non abbia rivali. Alcuni sostengono che,
nonostante il fatto che Naim ora offra al momento amplificatori di
potenza a tutto tondo migliori, il NAP 250 ha ancora quel qualcosa in
particolare. Ha un senso di vita e di vitalità che non si sente molto
spesso; amplificatori di potenza concorrenti di altri produttori suonano
piatti e mancano di energia e/o gioia di vivere troppo spesso. Anche se
sono più potenti e hanno più grinta, c’è qualcosa nel modo in cui il ‘250
fa il suo lavoro che è davvero unico.
In perfette condizioni, istruzioni ed imballo originale.
